lunedì 10 ottobre 2011

La rintracciabilità delle uova


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Dal 2004 sul guscio di tutte le uova di gallina prodotte nell'Unione Europea è necessario che venga marchiato un apposito codice che ne consente la rintracciabilità, indicando il tipo e il luogo di allevamento da dove proviene l'uovo stesso.
Il codice è formato dalle seguenti cifre:
  • Tipo di allevamento: 
    • 0biologico - utilizza galline di razze rustiche provenienti da allevamenti biologici che razzolano a terra e all'aperto con una densità non superiore a 6 galline per m². Il mangime è composto di alimenti biologici di origine controllata, prevalentemente mais e cereali;
    • 1: all'aperto - come l'allevamento a terra con l'aggiunta di ampi spazi aperti sul quale le galline possono razzolare;
    • 2: a terra - galline allevate in grandi capannoni con luce artificiale e una densità non superiore a 7 animali per m²;
    • 3: in gabbia - le galline sono allevate in gabbie di ferro alte 40 cm e con una superficie di 550 cm² illuminate da luce artificiale e con elevata densità di popolazione.
  • Sigla del Paese di provenienza (esempio: IT per l'Italia).
  • Codice ISTAT del comune dove è situato l'allevamento (3 cifre).
  • Sigla della provincia dove è situato l'allevamento (esempio: BN, VR ecc.).
  • Codice dell'allevamento.
Il codice del comune e la sigla della provincia variano a seconda dei Paesi (in alcuni è una sigla, in altri è un numero ecc.).
Sull'imballaggio devono essere riportate le seguenti informazioni:
  • nome, indirizzo e codice del produttore
  • numero di uova e/o il peso
  • giorno o periodo di deposizione
  • tipo di allevamento con le seguenti diciture:
    • "uova da agricoltura biologica"
    • "uova da allevamento all'aperto"
    • "uova da allevamento a terra"
    • "uova da allevamento in gabbie"
In Italia, in Francia e in numerosi altri Paesi, la maggior parte della produzione delle uova deriva da allevamenti in gabbie. La Svizzera nel 1992 ha invece proibito l'allevamento in gabbia. Questo provvedimento, fortemente supportato dalle locali organizzazioni ambientaliste, non ha dato però i risultati sperati in quanto non proibisce comunque l'importazione dall'estero di uova da allevamento in gabbia, che attualmente coprono circa il 50% del fabbisogno locale.
Le uova di categoria B non adatte al consumo umano, non hanno obbligo di stampigliatura, ma gli imballaggi devono essere contraddistinti da una fascetta o un'etichetta di colore rosso.
 (Testo tratto da Internet).

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